Kurdistan

Il rapporto tra International Help e il Kurdistan irakeno risale ai mesi successivi alla caduta del regime baathista di Saddam Hussein. I.H., tramite l’associazione Ivrea-Kaladiza, che da tempo operava in quel territorio, ha conosciuto Jabbar Mustafa, ex combattente peshmerga e fratello dell’allora governatore di Kirkuk.

L’incontro ha portato ad alcuni progetti di cooperazione, preziosi in quel periodo di difficile transizione verso la democrazia: dall’invio di apparecchiature mediche all’ospedale di Kirkuk a interventi di salvaguardia ambientale, al reperimento e fornitura di energia ecosostenibile.

I rapporti sono poi proseguiti sotto forma di scambi culturali e di informazione politica grazie all’ingresso di Jabbar nell’associazione.
Negli anni più recenti, la pulizia etnica e religiosa operata da Daesh in quelle aree geografiche ha causato lo spostamento di milioni di persone (cristiani, yazidi, musulmani sciiti, turcomanni…) dalle zone occupate dai fondamentalisti verso il territorio Kurdo.

Oltre 1.800.000 persone, tra sfollati e rifugiati dalla Siria, sono attualmente ospitati dal popolo Kurdo (circa 5.000.000 abitanti) con grande umanità.
Le frontiere di questo territorio, ormai dotato di ampia autonomia, sono difese da circa 100.000 combattenti peshmerga, che, pur se muniti di armamento scarso e obsoleto, riescono a garantire pace e sicurezza ad abitanti e rifugiati.

Nel maggio 2015 ci siamo recati in quei luoghi e abbiamo documentato le condizioni di vita della popolazione locale e dei rifugiati realizzando il docu-film Daesh-Isis (di Gianni Sartorio), che poi abbiamo proiettato in occasione di numerose iniziative pubbliche di sensibilizzazione.

International Help ha nel frattempo ripreso il suo intervento a fianco del popolo Kurdo inviando denari per l’assistenza a gruppi di portatori di handicap, ancora più sfortunati in questo popolo dolente di rifugiati che ha perso in pochi giorni casa, lavoro, denaro.

Abbiamo acquistato decine di condizionatori per le famiglie costrette a vivere in tende o containers nel clima torrido dell’estate irakena e altre decine di stufe per mitigare invece i rigori dell’inverno.

Tra il 2016 e il 2017 sono stati pagati i salari di due maestre che si occupavano dell’educazione di decine di bimbi, per consentire loro un minimo di continuità scolastica. Nei primi mesi del 2016 abbiamo inviato a una struttura sanitaria di Erbil due “riuniti” dentistici per le cure dentarie dei rifugiati.

Successivamente, dopo la sconfitta dell’Isis, International Help ha facilitato il ritorno alle loro case, abbandonate dopo l’arrivo degli estremisti islamici, di una trentina di famiglie, operando progetti di ricostruzione degli immobili danneggiati da vandalismi diffusi.

Grazie anche alle sinergie messe in campo da International Help, il 17 febbraio 2016, è stato firmato a Torino un patto di amicizia tra il capoluogo piemontese e la città di Kirkuk. Il progetto, che vede coinvolte la Camera di Commercio di Torino e la Città della Salute, si spera sarà foriero di cooperazione in ambito economico, sanitario e culturale.

A partire dall’estate 2019, è iniziato un intervento di sostegno alla popolazione Kurdo-siriana del Rojava.

E’ stato finanziato lo scavo di molti pozzi, prevalentemente adibiti alla fornitura di acqua potabile alle scuole, che ne erano prive.

Immediatamente dopo l’invasione turca che ha costretto centinaia di migliaia di persone a dislocarsi verso il confine del Kurdistan iracheno, l’associazione è stata tra le prime, insieme alla Mezzaluna Rossa, a occuparsi degli sfollati.

Sono stati immediatamente inviati farmaci, latte, acqua potabile e altre dotazioni di prima necessità per una popolazione che aveva perso ogni bene nell’arco di pochi giorni.

L’intervento è continuato con gli aiuti agli sfollati e con lo scavo di altri pozzi, in tutto una ventina, e con forniture scolastiche ai bimbi delle scuole primarie.