Chi siamo

International Help è una onlus fondata nel 1995, ma operante già a partire dal 1994. Scopo dell’associazione intervenire rapidamente e in maniera non episodica in situazioni di difficoltà interessanti Paesi in via di sviluppo.

Non sono previsti costi di apparato. Viaggi aerei, soggiorni ecc. sono a carico dei militanti. Gli uffici di International Help sono le nostre case. Ogni euro a noi donato viene recapitato a chi ne ha bisogno.

Con i Pesmerga

Che cosa facciamo

In questi anni interventi, sia di valenza sanitaria sia sul versante delle forniture igieniche e alimentari hanno interessato l’Africa, l’Asia e l’America Latina, dal Kenya al Madagascar all’India, alla Birmania, al Guatemala.

International Help, pur collaborando spesso con enti religiosi è una associazione assolutamente laica.

L’associazione ricava le sue risorse, oltre che dalle donazioni dei sostenitori, dalla creazione di eventi, culturali, musicali , enogastronomici, da pubblicazioni editoriali e da produzioni cinematografiche.


La nostra storia

Raccontare la storia di International Help attraverso una banale messa in fila di eventi cronologici potrebbe essere insufficiente per farne capire le motivazioni e i risultati. Meglio quindi descriverne l’agire e “l’anima” per aree di intervento, sia sul versante della solidarietà che su quello della raccolta fondi.

International Help nasce nel 1995, ma già l’anno precedente un gruppo di amici, prevalentemente abituali viaggiatori, cerca di organizzarsi per portare aiuti anche piccoli, ma efficaci, a popolazioni in difficoltà nei Paesi poveri. Di essi alcuni sono medici ed è proprio dalla sanità che inizia la vicenda di International Help.

La sanità

1994

Nel 1994 un ecografo viene inviato presso la clinica di Mwea , in Kenya, presso la locale sede dell’Istituto Missioni Consolata, diretto da Padre Antonio Roberti. I medici Brigatti, Colombo, Pomari e Sartorio si alterneranno nel lavoro di istruzione del personale medico locale in ambito ginecologico, internistico e cardiologico.

1995

Nel 1995 un’apparecchiatura complessa per cure odontoiatriche –“riunito”- proveniente da medici privati di Torino viene messo in opera dall’ing. Guido Roberti presso la Missione di Sagana della Consolata. Sono migliaia le persone che beneficeranno delle due apparecchiature negli anni successivi.

Sempre nel 1995 un’apparecchiatura simile viene inviata al Madonna Nursing Hospital di Kochi in Kerala (India). Gestito dal dott. Thomas Malayiakal e votata all’assistenza degli indigeni, in collaborazioni con i Salesiani e l’Istituto Cottolengo.

1996

Nel 1996 un ulteriore ecografo proveniente dal centro medico privato LAMBDA di Torino sarà messo in opera con l’aiuto dell’ing. Piero Padovani  presso la clinica della  Parrocchia di Cristo Nuestra Paz della Zona 18 di Città del Guatemala. Si tratta di un quartiere miserrimo di 50000 abitanti, prevalentemente costituito da baracche di lamiera e privo di elementari dotazioni igieniche (acqua corrente e fognature) e di corrente elettrica , afflitto da disoccupazione endemica e martoriato dalle bande giovanili dedite alla violenza e allo spaccio di droga, sotto l’occhio distratto e spesso complice della polizia.

Ivi, dal 1985 opera, con l’aiuto di Mario Lopez e della sua famiglia, don Piero Nota, sacerdote diocesano piemontese, attivo anche in Italia nella difesa dei poveri, a partire dal borgo operaio di Mirafiori a Torino.
L’impegno di don Nota fa da catalizzatore per organizzare la gente verso una vita più dignitosa attraverso dotazioni come la clinica, appunto, il doposcuola e la mensa per i bimbi, i corsi di cucito per le donne, le attività culturali e sportive.

L’invio dell’ecografo segnerà l’inizio  di un rapporto strettissimo di collaborazione con El Limon, che cesserà solo nel 2007 con la cacciata di Don Piero e dei Lopez dal Guatemala, sotto minaccia di morte da parte della bande criminali.

2002

Nel 2002, nel momento più difficile della crisi argentina I.H., su indicazione della Provincia di Torino, invia una delegazione (Pasquali, Sartorio) mirata a verificare in quale settore sanitario investire il sostegno dell’Ente Locale piemontese  e a documentare  tramite un breve filmato l’intervento. L’aiuto consiste nell’acquisto di apparecchiature per la fabbricazione di farmaci di base poiché l’insolvenza del Governo argentino non ne permette l’acquisto sul mercato. L’ospedale beneficiario è il “Cosme Argerich” di Buenos Aires e il documentario realizzato “Tango Pobre” sarà utilizzato nello stesso anno per acquisire e spedire nell’autunno del 2002 due ecografi allo stesso ospedale che ne era sprovvisto.

2003

Nel 2003 due ulteriori “riuniti” vengono inviati all’ospedale di Kirkuk nel Kurdistan irakeno. L’intervento è coordinato dall’arch. Jabar Mustafa autorevole rappresentante della comunità kurda a Torino.
Ancora nel 2003 sono stati inviati ala Missione Salesiana di Zway, in Etiopia, alcuni medici pediatri provenienti dall’ospedale di Savigliano  dalla Università di Torino per fronteggiare le conseguenze di una terribile carestia, che minava la salute della popolazione, soprattutto infantile.

Inoltre altre dotazioni sanitarie sono state consegnate in Etiopia ad Abobo, nella regione di Gambela al locale ospedale, gestito dal medico italiano Maria Teresa Reale in una zona gravata da condizioni climatiche terribili e da frequenti conflitti interetnici.

2005

Nel 2005 è stata cofinanziata in Congo, presso l’ospedale Nyantende, gestito dal padre francescano Emilio Ratti nella città di Bukavu, la costruzione di un reparto di ostetricia di 48 letti.

2007

Nel 2007 apparecchiature di laboratorio, per odontoterapia (“riunito”) e per radiodiagnostica (rx monofase) e un ecografo sono stati spediti a Ilha do Mozambique, ove operava padre Giuseppe Brunelli, missionario Comboniano e colà installate, grazie all’intervento del dott. Daniele Regge, direttore del reparto di radiodiagnostica dell’IRCC di Candiolo (To).

2008

Nel 2008 è iniziato il sostegno a Kabul (Afghanistan) verso la Clinica dell’Amicizia, fondato dagli enti locali di Belluno, che ogni anno assiste circa 30.000 pazienti, prevalentemente sul versante materno-infantile.
L’intervento è attuato di concerto con l’AFF (Afghan Future Foundation) che ha sede anche in Italia, a Roma, coordinata da Kurbanali Esmaili.

2010

Nel 2010, ancora in Afghanistan, due ecografi donati dall’IRCC di Candiolo (To) sono stati inviati, tramite il concorso degli Alpini della Brigata Taurinense presso due ospedali civili della città di Herat.
Negli ultimi anni farmaci sono stati inviati con continuità a Santiago de Cuba presso il Comedor n. 5 gestito da Caritas Cubana.

In collaborazione con i medici Maurizio Sansoni, traumatologo, direttore del Servizio di Ortopedia e traumatologia dell’Ospedale  Giovanni Bosco di Torino presidente della sezione piemontese della Società Italiana di Traumatologia, Elisabetta Fanzago, anestesista, operante presso la Clinica Ostetrica dell’Ospedale di Asti e Francesca Muccio, pur essa anestesista presso l’Ospedale di Chieri (To) e Giovanni Castelli, pediatra, già direttore del Servizio di pediatria del’Ospedale di Mondovì (Cn), è sorto nel 2010 il progetto di istruzione a distanza degli operatori sanitari afgani, in una situazione che non consente né l’invio di medici italiani laggiù né la venuta di afghani in Italia per la mancata concessione di visti di uscita.

L’ipotesi è quella dell’invio di filmati in lingua inglese della durata di circa 30 minuti centrati sulle tematiche dei “fissatori esterni”per il trattamento delle fratture in esiti di traumatologia soprattutto bellica e informazioni sulla anestesia “peridurale” e “perineurale”. Un video sul trattamento del parto a rischio, offerto dalla Società Italiana di Neonatologia è già stato inviato a Kabul.

Il progetto ha caratteristiche di modularità sia sul versante delle specialità coinvolgibili, sia su quello dei Paesi che potrebbero esserne beneficiari.

Le infrastrutture

I pozzi

I.H. ha cofinanziato negli anni 2000 la costruzione di alcuni pozzi in Africa, sia in Kenya, nelle aree  di Sagana e Nyeri, proseguendo la collaborazione con l’Istituto Missioni Consolata (padre Antonio Roberti), che in Etiopia, sia nell’ area di Gambela, tramite mons.Angelo Moreschi, salesiano, che di Dilla, con don Mario Robustellini.
Lo scavo di un pozzo, il cui costo, in alcune situazioni di facile raggiungimento della falda , può costare non più di 5000 euro permette, soprattutto tramite l’elettrificazione- circa 2500 euro- di dissetare con acqua igienicamente sana migliaia di persone, limitando le patologie da inquinamento batterico dell’acqua e le parassitosi.
Inoltre, nella stagione secca consente l’irrigazione dei campi che sarebbero altrimenti non coltivabili.
Si tratta di un immaginabile, autentico sollievo per chi di acqua potabile è sempre stato privo.

Le case

I.H. è intervenuta almeno tre volte (nel 1998 in Guatemala al passaggio dell’uragano Mitch, nell’est dell’India dopo il tragico “tsunami” che causò immense devastazioni e lutti e, ancora in Guatemala, nella scorsa estate, dopo una stagione di forti precipitazioni, per aiutare a  ricostruire immediatamente le abitazioni distrutte e dare quanto prima un tetto a chi ne era privo.
Beneficiari del sostegno furono in Guatemala la Parrocchia di Cristo Nuestra Paz e recentemente padre Mauro Verzelletti  e in India padre Michael Winding, gesuita, protagonista di una lunga stagione di aiuti dedicati proprio al problema della ricostruzione di villaggi –più di 500- tramite la VRO (Village  Reconstruction Organisation) alla quale I.H. ha fornito inoltre ulteriori piccoli aiuti.
In Guatemala, inoltre, abbiamo collaborato all’operazione “tetto minimo” che permise la ricostruzione di molti tetti di lamiera deteriorati delle baracche e l’inizio di trasformazione di alcune delle stesse baracche in case in muratura.

Le fognature e le scale

A El Limon (Guatemala) nel 1999 con un finanziamento della Provincia di Torino il quartiere di baracche, costruito su ripidi pendii  e sprovvisto di scarichi fognari   venne dotato di scale sotto le quali erano state installate le tubature delle fogne.
Il lavoro, eseguito da centinaia di abitanti del barrio ( prevalentemente donne) e coordinato soprattutto da Mario Lopez,  permise di installare  finalmente nel quartiere dotazioni che almeno limitassero i disagi di una vita difficilissima.
Circa 350 famiglie ne beneficiarono.

La natura

Nel 2003 insieme al Comitato di Solidarietà Ivrea-Kaladiza viene sostenuto il rimboschimento di un’ampia area montana del Kurdistan Irakeno.

Le mense

Guatemala

Fra il 1997 e il 2007 I.H. prosegue nell’attività di sostegno alla mensa della Parrocchia Cristo Nuestra Paz  di Limon, che nutre con cura, attenzione e ottimo livello delle proposte un centinaio di bimbi  figli di mamme lavoratrici indigenti che non potrebbero accudirli in occasione del pasto di mezzogiorno.

Cuba

A partire dal 2006  viene finanziato il “Comedor n.5” nel quartiere Asuncion di Santiago de Cuba, città in situazione di particolare disagio in un’isola che complessivamente vive con difficoltà la trasformazione fra il comunismo e nuovi equilibri per ora incerti nei loro confini.

La struttura nutre e assiste circa 150 anziani, dei quali alcuni quasi centenari ,che sono stati partecipi del periodo rivoluzionario e ne sono ancora testimoni. Di essi una parte sono in condizioni di estremo disagio e, in uno Stato che non riesce a garantire produzione e distribuzione di beni essenziali, necessitano, per sopravvivere, un assistenza costante che i volontari di Caritas Cubana forniscono, pur se in forma semiclandestina e senza sostanziale riconoscimento da parte del Governo.

Ad essi viene fornito tre volte alla settimana del cibo, che negli anni, dopo il nostro intervento, è assai migliorato in termini di quantità e soprattutto di qualità.
Inoltre vengono assistiti dal punto di vista igienico  e  sul versante della socialità e della cultura, con il recupero della memoria,  e con la ricerca di autostima.

I.H., che ha finanziato anche lo scavo all’interno del compound della sede, di una cisterna per conservare l’acqua potabile, e la ritinteggiatura dei locali, ha acquisito coperte e materassi e ha ricevuto nel 2009,a favore del progetto, un contributo di 17000 euro da parte di Regione Piemonte, che quest’ anno è stato reiterato per 10000 euro.
I nostri amici Gilberto Baggiani, tesoriere di I.H. e Daniela Aragno, che ben conoscono l’isola, vi tornano ciclicamente per verificare il corretto impiego del finanziamento.

Etiopia

A partire dal 2003 I.H. finanzia la mensa di Dilla – circa 400km a sud di Addis Abeba- che nutre circa 260  bimbi poveri.

La struttura, fondata da don Mario Robustellini e gestita ora da don Roberto Bergamaschi presso la locale Missione Salesiana Don Bosco, è condotta in stretto accordo con la comunità locale e vede coinvolte nella gestione mamme e nonne.
Il cibo è nutriente e permette di soddisfare le esigenze dei bimbi..

Il calcio

Mozambico

A Lumbo, sulla terraferma di fronte a Ilha, padre Brunelli ha costruito con il nostro aiuto la casa parrocchiale Zinedine Zidane, dedicata al grande calciatore, che ci ha aiutato a costruirla con il suo aiuto diretto e la partecipazione a nostri eventi.

Etiopia

A Mekellè  don Mario Robustellini ha coordinato, nel 2003, la ristrutturazione di un campo di calcio e l’acquisto di dotazioni (scarpe, divise, palloni ecc..) per le locali squadre, con la costituzione del “Ciro Ferrara football Club” dedicato al giocatore che, insieme al collega Gianluca Pessotto si è in più occasioni prodigato a fianco di I.H. per reperire i necessari fondi.

Guatemala

Nel 2003 a Limon viene costituita la squadra “Francesco Brambati” dedicata alla memoria di un giovane torinese appassionato di calcio. L’entusiasmo è grande e in  poco tempo vengono fondate una sessantina di formazioni e si strutturano tre tornei divisi per fasce di età. La  Juventus F.C. fornisce una discreta quantità di divise e scarpe.

Il calcio costituisce, in un quartiere totalmente privo di strutture sociali e culturale, ad altissimo livello di descolarizzazione, l’unica occasione reale di aggregazione alternativa alle bande, Che vedono il calcio, legato alle attività della parrocchia, come il più forte pericolo al loro predominio.

Durante le nostre visite a Limon scopriamo noi stessi veri, giovani talenti e iniziamo a sondare la possibilità di portarne alcuni in Italia per farli testare dai nostri club. E proprio la costituzione di una scuola di calcio nel 2007 costituirà la principale motivazione per la cacciata di Don Piero e della famiglia Lopez, messi in salvo grazie all’Unità di Crisi della Farnesina , dopo un vero assedio della loro casa da parte dei criminali.