Amaranta

Livorno, città “atoscana” che si nasconde, fondata nel ‘500 attraverso le leggi “livornine” dai Medici reclutando tra i popoli del Mediterraneo perseguitati, colpevoli di piccoli reati e altri dannati della terra e del mare. Nutriti durante la costruzione del porto da un misto di pesce povero, il cacciucco che può essere la metafora di una città, melting pot di tante culture che per vocazione mai ha discriminato i più deboli. Una storia affascinante e misconosciuta.

Coprodotto con “Route one” il film è stato finanziato dal Comune di Livorno per diffondere l’immagine di una città misconosciuta,  ai margini dei grandi percorsi turistici toscani.

Veicolate dalla presenza dei calciatori Igor Protti e Cristiano Lucarelli, già sostenitori di I.H. le camere hanno attraversato l’assoluta originalità di Livorno.

Città nata dal nulla nel ‘500 grazie alle leggi “livornine” per sostituire il porto di Pisa in procinto di insabbiarsi, viene costruita da migliaia di reietti  chiamati a raccolta dalle coste del Mediterraneo. Colpevoli di piccoli reati, dai ladri alle prostitute. O vittime di discriminazioni e massacri. Come gli ebrei sefarditi scacciati dalla  Spagna o gli armeni.

Nutriti da una accozzaglia di pesci poveri, il “cacciucco”, che diverrà la metafora del melting pot cittadino. E ne segnerà per sempre i connotati di città accogliente e solidale. “Di sinistra” nel suo genoma egualitario, fino alla fondazione  nel 1921 del PCI, proprio a Livorno.

E insieme la unicità della situazione ebraica. Intorno a una delle più affascinanti sinagoghe d’Europa un popolo che, almeno qui, non porta il segno giallo, non è rinchiuso in un ghetto e può praticare le professioni liberali, senza essere obbligato alle tradizionali pratiche di vendere stracci o di prestare soldi

Intorno, i grandi livornesi. Da  Modigliani   a Fattori, a Mascagni, passando per il presidente Ciampi. E i personaggi della Livorno odierna. L’autorità portuale che ne governa, con la gestione dei lavoratori le imponenti infrastrutture. Il “Tirreno”. E il “Vernacoliere” conosciuto in tutta Italia per i titoli provocatori e graffianti. Le bellezze delle due fortezze  e del quartiere “Venezia”.
E proprio il calcio, con una tifoseria unica per la radicalità politica a sinistra  ripresa allo stadio durante un incontro Livorno-Juventus e i due calciatori di cui sopra a raccontarci la “loro” Livorno.

Il film è stato proiettato, tra l’altro, a “Effetto Venezia”, la rassegna agostana che raccoglie migliaia di visitatori e al cinema “Quattro Mori”, il più importante della città, punto di riferimento dei lavoratori portuali, in occasione del cinquantenario della sua fondazione.

Ha rafforzato i legami con le città di Livorno e Cecina, già sedi di iniziative a favore dell’Associazione e ne ha finanziato le attività con i ricavi della sua realizzazione.

Amaranta di Gianni Sartorio – DvCam – 50 min – col