Le allegorie nell’arte

Marilde Bordone
Insegnante di Storia dell’arte

Tutti i periodi dell’arte figurativa sono caratterizzati dalla presenza di una vasta gamma di allegorie: a partire dall’età antica fino a quella contemporanea.

Nella tradizione cristiana anche la progettazione dello spazio si carica di significati allegorici.

La tipologia della chiesa romanica a croce latina ad esempio è collegata all’allegoria del cammino da percorrere durante la vita verso la perfezione: il percorso di andata verso l’abside, campata per campata, è diretto verso la luce divina e il ritorno si conclude col monito della morte attraverso il giudizio universale raffigurato sulla parete della controfacciata dell’edificio.

Nel Rinascimento la costruzione dello spazio collettivo e simbolico (città ideale) ha invece come centro l’uomo: alla Bibia Pauperum si sostituisce la cultura classica tradotta in linguaggio per letterati, filosofi e persone colte e il tema dello spazio veicola il significato allegorico del percorso verso la conoscenza.

L’allegoria del tempo è molto diffusa nella pittura rinascimentale dove compare attraverso la figura dell’uomo barbuto con la falce, la clessidra, la roncola e talvolta lo specchio.

Spesso nell’arte l’allegoria del tempo si esplicita nelle tre età dell’uomo: nascita, vita e morte come avviene nell’opera di Giorgione (tre filosofi) o nelle figure femminili di Gustav Klimt (le tre età della vita).

La nascita viene anche rappresentata dalla presenza di una fonte o di un uovo: l’uovo cosmico è la matrice della vita e della divina creazione.

L’allegoria della vita si esprime sovente attraverso la danza nel suo andamento circolare e quella della morte nella danza macabra, oltre alla raffigurazione più scontata dello scheletro con la falce.

Nel medioevo erano molto diffuse le allegorie delle stagioni e dei mesi: le stagioni raffigurate come uomini e donne, divinità o come animali corrispondenti ai solstizi e agli equinozi (per la primavera l’ariete, per l’estate il leone, per l’autunno il toro, per l’inverno il serpente). La primavera era l’allegoria della nascita, l’estate della maturità, l’autunno del declino e l’inverno della morte.

I segni zodiacali, associati ai mesi dell’anno, venivano raffigurati attraverso i mestieri e le attività quotidiane dell’uomo.

Le allegorie rifluiscono nelle opere dei pittori simbolisti e ancora in quelle dei surrealisti attraverso la metafora del “viaggio” dell’anima associato alla conoscenza di sé o di Dio e del “sogno” come viaggio inquietante della mente fuori dal controllo della volontà.

Anche nell’arte contemporanea è vasto l’utilizzo delle allegorie come avviene ad esempio nella Venere degli stracci di Michelangelo PIstoletto, metafora della memoria in cui gli stracci rappresentano il quotidiano, tutto ciò che è transitorio, e la Venere l’eternità.

Il potere dell’arte si afferma sempre, in mille forme, come potente antidoto contro la morte.