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Aden

Aden

Mohamed Aden Sheik. La storia irripetibile di un uomo, di un medico, di uno studioso dell’Islam votato alla politica e alla democrazia.

Più volte ministro in Somalia, incarcerato per sei anni in stato di isolamento.

Liberato tramite Amnesty International, fino alla morte ha proseguito in Italia la professione e l’attività politica.

Nato in Somalia da una famiglia di pastori nomadi, in un anno non precisato alla metà degli anni’30. Tanti fratelli. Un’intelligenza brillante.
Il padre che lo invia a studiare a Mogadiscio. L’occupazione italiana, la guerra. L’emigrazione in Italia e gli studi in Medicina.

Dopo la laurea il ritorno in patria diventando parte dell’èlite intellettuale del Paese. La rivoluzione e la nomina a ministro della Sanità. Le battaglie per portare nelle campagne elementari nozioni di igiene e salute. Le prime contraddizioni all’interno di un regime che non accetta critiche. La dittatura di Siad Barre.

Un primo arresto. La scarcerazione dopo qualche mese da parte del dittatore, suo parente.

La nomina a ministro della cultura. Gli incontri con i grandi del  mondo, da Castro a Chu En Lai  ai leaders della liberazione africana.
E ancora la tensione a qualche grammo di democrazia. Il crearsi intorno a lui di un’aura di consenso che preoccupa Barre.
Un secondo arresto.

Stavolta sei anni di carcere durissimo, di isolamento a rischio costante della vita.
E in Italia l’impegno da parte di quelli che provano a salvarlo.
Da Felicita, la donna  che sposerà, a Pannella, Paietta, Andreotti.
Il coinvolgimento di Amnesty Internatonal, che ne fa il simbolo di una campagna mondiale.
Infine la liberazione.

Il ritorno in Italia. La professione medica e l’impegno politico nella sinistra  con l’elezione a consigliere comunale a Torino nelle file del PDS.
E insieme l’amore per la sua terra, che non cessa., passando per la fitta rete delle conoscenze all’interno della  diaspora  somala, con l’invio di aiuti,  e gli scritti. Fra tutti il più appassionato “Arrivederci a Mogadiscio”.

“Aden” è stato diffuso soprattutto all’interno della ampia rete relazionale del protagonista, per anni fra i simboli della prima immigrazione, ancora lontana dai numeri attuali, e in qualche misura elitaria.
E ha condotto alla raccolta di fondi  per le attività solidali di Aden, fino alla fondazione della sua associazione “Soomaalya”.

Aden di Gianni Sartorio (2001) – DvCam – 50 min – col